Answer Engine Optimization (AEO)

L’emergere degli answer engine sta rivoluzionando il modo in cui cerchiamo e troviamo informazioni online. Non cerchiamo più solo “link blu” da cliccare, ma ci aspettiamo risposte pronte, affidabili, sintetiche. E se siamo SEO, dobbiamo capire una cosa semplice: dobbiamo smettere di posizionare “solo” le pagine. Ora dobbiamo ottimizzare per farci citare dalle intelligenze artificiali 🙁

Qui entra in gioco l’Answer Engine Optimization (AEO). È una disciplina nuova, affascinante e con margini enormi. Non è SEO tradizionale. È la sua mutazione evolutiva.

Cos’è davvero l’AEO (e cosa non è)

L’AEO non è un modo di fare SEO più “short-form”, né si limita a ottimizzare le FAQ. È una strategia a sé: tu non vuoi più essere solo nei primi dieci risultati, vuoi essere la fonte di ciò che viene detto da un assistente vocale o da un chatbot AI.

Mentre la SEO classica lavora per far salire le tue pagine nella SERP, l’AEO lavora per farle leggere da ChatGPT, Perplexity, Bing Copilot, Google SGE… e per farle ripetere.

Parliamo di scrivere contenuti che possono essere “letti” da una macchina e reinterpretati in modo fedele. Non basta più avere un blog post da 1200 parole con qualche heading ottimizzato: servono risposte. Veloci. Precise. Usabili da un LLM.

Questa strategia è sempre più rilevante nell’era degli assistenti vocali e dei chatbot basati su intelligenza artificiale, che ricercano contenuti pronti da fornire come risposta “istantanea”. In questo scenario, un sito ottimizzato in ottica AEO viene percepito come una fonte autorevole e affidabile, in grado di soddisfare query conversazionali, come “Come si fa X?” o “Cos’è Y?”.

SEO vs AEO: le principali differenze

1. Obiettivo

  • SEO: aumentare la visibilità e migliorare il ranking nelle SERP.

  • AEO: diventare direttamente la risposta alla domanda dell’utente.

2. Contenuti

  • SEO: focus su parole chiave, autorevolezza e quantità di contenuto.

  • AEO: centralità della chiarezza, della sintesi e della struttura logica (es. paragrafi brevi, elenchi puntati, tabelle).

3. Formato

  • SEO: pagine editoriali approfondite e ricche di testo.

  • AEO: contenuti ottimizzati per fornire risposte veloci, come FAQ, How-To, snippet, schemi informativi.

4. Tipo di query

  • SEO: lavora su keyword secche o frammentarie.

  • AEO: intercetta query formulate in linguaggio naturale, tipiche della ricerca vocale.

5. Metriche

  • SEO: traffico organico, ranking, CTR.

  • AEO: frequenza con cui un contenuto viene scelto o citato dalle AI nei risultati (es. featured snippet, risposte dirette, pannelli informativi).

Perché l’AEO non sostituisce la SEO ma la completa: secondo me 🙂

L’AEO non va inteso come un’alternativa alla SEO tradizionale, ma come un’estensione necessaria per adattarsi ai nuovi modi in cui le persone cercano informazioni. Integrare tecniche AEO in una strategia SEO significa aumentare la possibilità di comparire nelle risposte dirette fornite da Google, Siri, Alexa o ChatGPT, rafforzando così la visibilità del brand in contesti sempre più orientati all’interazione immediata.

I motori di risposta più influenti

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un cambiamento radicale nel modo in cui gli utenti cercano informazioni online. Non si limitano più a digitare una parola chiave su Google: oggi pongono vere e proprie domande, spesso in linguaggio naturale, e si aspettano una risposta immediata. È qui che entrano in gioco gli answer engine — motori di risposta basati su intelligenza artificiale e grandi modelli linguistici (LLM) — che stanno riscrivendo le regole del gioco anche per chi fa SEO.

ChatGPT

ChatGPT è diventato molto più di un semplice chatbot. Con la possibilità di navigare il web, si è trasformato in un vero motore di risposta capace di sintetizzare informazioni da molte fonti online. Per chi lavora nella SEO, rappresenta un banco di prova importante: vedere come l’AI interpreta i nostri contenuti aiuta a capire se stiamo comunicando in modo chiaro, utile e coerente con le intenzioni di ricerca degli utenti.

Perplexity AI

Perplexity è un motore che lavora in tempo reale sul web e costruisce risposte strutturate, indicando da dove ha preso le informazioni. L’obiettivo per chi fa AEO è chiaro: farsi citare. Se i nostri contenuti sono scritti bene, sono affidabili e rispondono in modo diretto alle domande, abbiamo buone probabilità di essere tra le fonti scelte.

Google SGE (Search Generative Experience)

Google non è rimasto a guardare. Con la sua SGE, ha iniziato a integrare risposte AI direttamente nei risultati di ricerca. Ottimizzare in quest’ottica significa pensare a come presentare l’informazione: serve una struttura ordinata, elenchi chiari, paragrafi brevi. Non basta più “posizionarsi bene” — bisogna diventare parte della risposta stessa.

Bing Copilot

Bing ha fatto un lavoro simile integrando GPT-4 nel suo motore di ricerca. Anche qui, il nostro contenuto può essere estratto come risposta diretta, spesso accompagnato da un link. È un’opportunità concreta per chi lavora sul posizionamento nei motori alternativi a Google.

Assistenti vocali

Alexa, Siri, Google Assistant: magari non li pensiamo subito come strumenti SEO, ma lo sono eccome. Gli assistenti vocali si basano su risposte brevi e precise. E se vogliamo comparire tra quelle risposte, dobbiamo iniziare a scrivere pensando al linguaggio parlato. Le strutture tipo FAQ o How-to sono ancora tra le più efficaci.

LLM emergenti

Ci sono poi nuovi modelli come Claude e Bard che stanno guadagnando terreno. Anche se in questo momento il loro impatto diretto è più forte sul mercato anglofono, è solo questione di tempo prima che influenzino anche le ricerche in italiano. La chiave? Contenuti semplici, ben scritti, facili da comprendere anche per un modello linguistico.

Il mio personale punto di vista

Come professionista, credo che il più grande errore oggi sia pensare all’AEO come una “moda”. In realtà, rappresenta un’evoluzione naturale del nostro lavoro. Le AI generative non stanno solo cambiando gli strumenti — stanno modificando le aspettative degli utenti. Sempre più persone vogliono risposte, non link. E se non ottimizziamo i contenuti per essere parte di quelle risposte, finiremo fuori dal radar.

Il futuro della SEO è ibrido: serve ancora il posizionamento organico, ma dobbiamo anche capire come diventare una fonte che le AI considerano utile, affidabile e citabile. Questo richiede chiarezza, struttura, linguaggio naturale e soprattutto una nuova mentalità.

Strategie tecniche per ottimizzare i contenuti in ottica AEO

L’AEO non è più una novità: è una necessità. I contenuti oggi devono parlare non solo agli utenti, ma anche alle AI che li interpretano e li riassumono. Se vogliamo emergere tra le risposte generate da motori come ChatGPT, Google SGE o Bing Copilot, serve un approccio tecnico mirato. Ecco le strategie che, secondo la mia esperienza, fanno davvero la differenza.

1. Contenuti strutturati e risposte chiare

Le AI non leggono tutto. Scansionano. Vogliono trovare subito la risposta giusta, nel formato più semplice possibile. Per questo è essenziale:

  • Usare titoli (H2, H3) formulati come domande

  • Scrivere paragrafi brevi e dritti al punto

  • Usare bullet point, elenchi numerati e tabelle

  • Inserire sezioni FAQ o articoli How-To

Il formato “domanda e risposta” non solo aiuta l’utente, ma semplifica anche l’estrazione da parte degli algoritmi. Strutturare bene il contenuto significa aumentare le probabilità di essere “scelti” come risposta diretta.

2. Markup semantico e dati strutturati: parla la lingua delle AI

Qui si entra nel cuore tecnico. I dati strutturati (schema markup) sono fondamentali per comunicare con chiarezza ai motori di risposta. Non si tratta di SEO invisibile: è SEO parlata in modo che l’AI capisca.

Per esempio, ecco un markup JSON-LD per una pagina FAQ:

<script type=”application/ld+json”>
{
“@context”: “https://schema.org”,
“@type”: “FAQPage”,
“mainEntity”: [
{
“@type”: “Question”,
“name”: “Che cos’è l’Answer Engine Optimization (AEO)?”,
“acceptedAnswer”: {
“@type”: “Answer”,
“text”: “L’AEO è una strategia di ottimizzazione dei contenuti mirata a fornire risposte dirette alle domande degli utenti, facilitando l’estrazione da parte di assistenti vocali e motori di risposta AI.”
}
}
]
}
</script>

Questo codice aiuta le AI a identificare in modo preciso la struttura Q&A. Puoi fare lo stesso con altri schemi: HowTo, Product, Organization, Event, a seconda del contenuto. È un investimento tecnico minimo con un ritorno potenziale altissimo. Questo codice aiuta le AI a identificare in modo preciso la struttura Q&A. Puoi fare lo stesso con altri schemi: HowTo, Product, Organization, Event, a seconda del contenuto. È un investimento tecnico minimo con un ritorno potenziale altissimo.

3. Ottimizzazione per featured snippet e ricerca vocale

I featured snippet — il famoso “risultato in posizione zero” — sono uno degli obiettivi principali dell’AEO. Per raggiungerli:

  • Scrivi una definizione iniziale sintetica

  • Segui con un elenco puntato o una mini guida step-by-step

  • Usa un tono naturale e frasi brevi

Quando ottimizzi anche per la ricerca vocale, pensa in termini conversazionali. Scrivi le risposte come se stessi parlando, usando long-tail keyword tipo:
“Qual è la colazione più sana per bambini?”
Le AI leggono questi contenuti ad alta voce, quindi la chiarezza e la naturalezza contano tantissimo.

4. Entità e Knowledge Graph: costruisci la tua autorità AI

Le AI si fidano di chi ha una “presenza chiara”. Collegare il tuo brand, prodotto o persona a database strutturati come Wikidata, profili pubblici, o pagine organizzative ben compilate (come Organization o Person in schema.org) aiuta l’AI a riconoscerti come un’entità autorevole.

Usa markup del tipo:

  • Organization: per indicare azienda, brand, publisher

  • Person: per identificare fondatori, autori, esperti

  • Product: per schede prodotto con dettagli tecnici

Se il tuo brand viene riconosciuto e legato a un topic in un Knowledge Graph, hai molte più possibilità di essere scelto come fonte da un motore AI.

5. Cluster di contenuto e link interni: coerenza prima di tutto

L’organizzazione del sito incide moltissimo. Un contenuto isolato perde forza. Ma se è inserito in un cluster tematico, collegato a guide, FAQ, articoli correlati, acquista peso.

Struttura il sito così:

  • Crea un articolo “pillar” su un tema chiave

  • Collega a quel contenuto altre pagine più specifiche (FAQ, guide dettagliate)

  • Usa ancore chiare nei link interni

Questo segnala coerenza e autorevolezza agli algoritmi. Più il tuo ecosistema di contenuti è ordinato, più è facile per l’AI riconoscerti come riferimento su un argomento.

N.B Ovviamente non è tutto e solo questo, conta EAT, conta l’autorità di chi scrive, il dominio e bla bla bla bla… ovviamente 🙂

6. Prompt engineering e test AI: prova, osserva, adatta

Un consiglio pratico che spesso funziona: chiedi direttamente all’AI come risponderebbe a una domanda del tuo settore. Se non cita il tuo sito, c’è un problema. Magari non sei chiaro, non sei rilevante o non hai strutturato correttamente il contenuto.

Io consiglio di fare così:

  • Poni domande tipo “Qual è il miglior [servizio/prodotto] per…?”

  • Osserva le fonti che l’AI cita

  • Se non ci sei, riformula il tuo contenuto, rendilo più utile e testalo di nuovo

È un metodo semplice, ma molto efficace per affinare testi e strategie.

7. Qualità e autorevolezza: la base di tutto

Nessuna tecnica funzionerà mai se i tuoi contenuti sono vaghi, generici o inutili. L’AEO, come la SEO, parte dalla qualità: il contenuto deve rispondere davvero a una domanda.

Evita l’effetto “filler”. Vai dritto al punto. Mostra competenza, supporta con dati, inserisci esempi concreti. Un contenuto ben scritto, utile e autorevole ha molte più possibilità di essere ripreso da un motore AI, letto ad alta voce da un assistente o mostrato come snippet.

Il mio consiglio da professionista: integra, non sostituire

L’AEO non è qui per rimpiazzare la SEO tradizionale. È un’estensione, una naturale evoluzione. Oggi non basta solo posizionarsi bene nei risultati di ricerca: bisogna diventare la risposta. Chi scrive per gli utenti, ma anche per le AI, avrà un vantaggio competitivo enorme.Serve equilibrio: qualità umana e struttura tecnica. Se un contenuto è utile, ben formattato e supportato da markup intelligenti, ha tutto per emergere.

AEO: trend internazionali e opportunità per l’Italia

L’Answer Engine Optimization sta rapidamente diventando una delle principali leve strategiche nel digital marketing globale. In particolare, nel mondo anglosassone — USA e UK in testa — si parla già apertamente di GEO, ovvero Generative Engine Optimization, una naturale evoluzione della SEO pensata per l’era delle AI conversazionali.

Negli Stati Uniti, ad esempio, oltre un quarto degli utenti utilizza quotidianamente strumenti di intelligenza artificiale per cercare informazioni. Le aziende, soprattutto nel B2B e nell’e-commerce, stanno già capitalizzando sull’AEO per aumentare la visibilità del brand — non solo in termini di traffico organico, ma come fonte autorevole riconosciuta dalle AI.

Nel frattempo, in Italia siamo ancora nella fase iniziale. L’interesse cresce, i blog SEO cominciano a parlarne sempre di più e le agenzie più attente stanno già sperimentando. Alcuni progetti pilota, soprattutto nel tech e nel digital, stanno dando segnali promettenti. Tuttavia, c’è ancora una forte resistenza: molti team SEO continuano a ragionare in termini esclusivamente “Google-centrici”, trascurando il potenziale delle risposte AI…e non solo…

La mia opinione?

Chi comincia ora, chi struttura contenuti pensando alle domande reali degli utenti, chi scrive in modo semplice e diretto — sarà tra i primi ad essere scelto come fonte nei motori AI. E in un mercato ancora non saturo, questo significa vantaggio competitivo reale. C’è molto altro come abbiamo visto e rivisto nel corso DeepSEO e lo tratteremo in altre lezioni.

Strategie concrete

1. Scopri cosa cercano davvero gli utenti

Il primo passo è semplice: capire le domande. Puoi usare strumenti come AnswerThePublic, AlsoAsked o anche semplicemente interrogare ChatGPT e Perplexity con le keyword del tuo settore. Più riesci a mappare le domande head, mid-tail e long-tail, più sarai pronto a creare contenuti realmente utili.

💡 Consiglio pratico: struttura le tue pagine con sezioni FAQ, titoli in forma di domanda e tabelle Q&A. Ecco un format utile:

 

Tipo di contenuto Esempio di formato Obiettivo in ottica AEO
FAQ Elenco Q&A (con schema FAQPage) Risposte rapide, ideali per snippet o ricerca vocale
How-To / Guida Step numerati (schema HowTo) Istruzioni precise, perfette per l’AI generativa
Elenco puntato Liste brevi di benefici/caratteristiche Facilità di lettura e sintesi
Definizione concisa Paragrafi introduttivi chiari Rispondere subito a “cos’è X” o “come funziona Y”

2. Sperimenta con prompt e test AI

Vuoi sapere se i tuoi contenuti sono davvero “leggibili” da un motore AI? Mettili alla prova.

🔍 Ecco come:

  • Chiedi a ChatGPT: “Quali sono i 3 punti chiave su [tema] secondo il sito [tuosito.it]?”

  • Se il sito non viene menzionato, rivedi struttura, chiarezza e rilevanza delle informazioni

  • Usa la funzione browser (su Bing o ChatGPT Pro) per simulare la ricerca reale

Non aspettare che l’AI ti citi per caso: aiutala a trovarti, a capirti e a sceglierti.

3. Usa markup avanzato (anche oltre le FAQ)

I dati strutturati sono fondamentali. Ma non limitarti a FAQPage o HowTo. Esplora schemi come BreadcrumbList, Organization, Product, Course, Event, ecc.

Ecco un esempio di markup per un prodotto, pensato per fornire risposte immediate a domande come “Quanto costa?” o “Qual è il punteggio?”:

{
“@context”: “https://schema.org”,
“@type”: “Product”,
“name”: “Nome Prodotto”,
“brand”: {
“@type”: “Brand”,
“name”: “MarcaXYZ”
},
“aggregateRating”: {
“@type”: “AggregateRating”,
“ratingValue”: “4.5”,
“reviewCount”: “34”
},
“offers”: {
“@type”: “Offer”,
“priceCurrency”: “EUR”,
“price”: “199.99”,
“availability”: “InStock”
}
}

Questo tipo di markup aumenta enormemente la probabilità che un’AI possa usare il tuo contenuto per rispondere a una domanda concreta.

4. Monitora dove e quando vieni citato dalle AI

Gli strumenti SEO si stanno aggiornando. Alcune piattaforme iniziano già a mostrare se il tuo contenuto compare nei risultati AI (come gli “AI Overviews” di Google). In parallelo:

  • Fai ricerche testuali su Perplexity o ChatGPT con domande chiave

  • Cerca se il tuo dominio viene citato

  • Analizza chi appare al posto tuo (e perché)

💡 Insight utile: inizia a includere queste metriche nei tuoi KPI. Non solo traffico e ranking, ma anche presenza AI, citazioni indirette e impatto sul branding.

5. Ottimizza per voce, mobile e local

Gli assistenti vocali sono il nuovo Google per molti utenti. E il mobile resta il primo canale d’accesso in Italia. Per questo:

  • Usa frasi naturali, come se parlassi

  • Inserisci keyword long-tail conversazionali

  • Localizza i tuoi contenuti (es. con LocalBusiness schema, indirizzi e orari ben visibili)

Una query come “Dove trovo il miglior sushi a Bologna?” deve trovare una risposta chiara, leggibile e vocalizzabile.

6. Crea contenuti con logica “snippets first”

Non puntare a una sola keyword o domanda. Crea hub di contenuti con cluster di query correlate. Una singola pagina può contenere 20-30 (o anche 100) micro-risposte strutturate.

✅ Esempio efficace:

  • Una guida su “Come fare X” che integra:

    • FAQ verticali

    • Mini-how-to su aspetti specifici

    • Glossario

    • Tabelle comparative

Questo approccio aumenta sia la profondità tematica che la probabilità di essere estratti come snippet o come fonte nei risultati AI.

7. Multilingua e vantaggi italiani

Gli answer engine performano meglio in inglese, è vero. Ma stanno rapidamente migliorando anche in italiano. E proprio per questo scrivere in italiano conversazionale è oggi un’opportunità.

Ti consiglio:

  • Se operi su mercati esteri, pubblica contenuti bilingua

  • Per l’Italia, usa costruzioni tipiche italiane, domande reali, e risposte semplici

  • Includi informazioni geografiche chiare per farti trovare anche a livello locale

L’AEO non è una moda. È un cambio di prospettiva. Il traffico non sparirà, ma verrà sempre più mediato da AI che scelgono per l’utente. Questo significa che oggi abbiamo due fronti su cui lavorare:

  • Continuare a posizionarci sui motori tradizionali (SEO classica)

  • Diventare la fonte preferita delle risposte AI (AEO/GEO)

Chi riesce ad anticipare questa evoluzione, oggi, ha la possibilità di posizionarsi come leader di settore prima che lo facciano tutti.

Su DeepSEO avremo nuove lezioni anche su questa “metodologia” … e non solo…