Googlebot eseguirà alcune scansioni tramite HTTP/2

Novità in casa Google. È di poche ore fa la notizia che a partire da novembre 2020, Googlebot inizierà ad eseguire le scansioni di alcuni siti tramite HTTP/2. Il nuovo protocollo è arrivato quindi in una fase matura, tanto da procedere ai primi test. L’azienda di Mountain View procederà con cautela e, nel caso i benefici non saranno ottimali, si continuerà ad operare con HTTP/1.1.

Google comunque chiarisce che non saranno coinvolti tutti i siti, ma solo quelli che traggono un netto beneficio da tale protocollo. I differenti tipi di scansione non influiranno per ora sull’indicizzazione, nell’ottica di un’eventuale transazione più che graduale ai nuovi protocolli.

Che cos’è HTTP/2

Si tratta di un protocollo che ha chiari obiettivi per ottimizzare e migliorare le prestazioni dell’ecosistema. In particolare gli obiettivi sono due:

  • riduzione della latenza;
  • riduzione del sovraccarico del protocollo.

É importante sapere, come comunicano da Google, che HTTP/2 non modifica la semantica dell’HTTP e quindi tutti i relativi concetti rimangono validi. Il nuovo protocollo migliora esclusivamente il modo in cui i dati vengono formattati e inviati tra client e server.

Quali siti saranno scansionati?

Sempre Google informa che non tutti i siti web saranno scansionati attraverso HTTP/2, almeno in questa prima fase. Sarà Googlebot a decidere quali siti scansionare con HTTP/2, seguendo due criteri principali: se il sito in questione supporta HTTP 2 e soprattutto se può avere benefici diretti dalla scansione tramite il nuovo protocollo. 

È possibile comunque escludere il proprio sito da questa scansione, segnalando al server  il codice di risposta “421 HTTP status code” ogni volta che il Googlebot procede alla scansione tramite il nuovo protocollo, oppure semplicemente contattato il Googlebot Team.

Ci saranno ripercussioni sull’indicizzazione?

Anche in questo caso Google è stata molto chiara: la scansione tramite HTTP/2 non influirà in alcun modo sull’indicizzazione dei siti web. Anche l’eventuale aggiornamento del server viene demandato all’utente, in quanto Googlebot scansionerà solamente i siti che supportano e possono trarre benefici dal nuovo protocollo. Per chi vuole sperimentare, sul blog di Cloudflare si trovano vari metodi per testare se il proprio sito supporta o meno HTTP/2.

Bisogna sempre rimanere aggiornati per capire le evoluzione di Google