Google Core Update? Cosa fare e come rimediare?

Per contrastare lo SPAM e le tecniche di ottimizzazione aggressiva (sovra-ottimizzazione), i motori di ricerca hanno reso i loro algoritmi sempre più intelligenti, affinché individuino automaticamente i pattern tipici di chi cerca di “imbrogliare”. Se hai avuto un calo di visite o sei stato colpito da un GOOGLE CORE update questa guida ti spiega gli step principali per recuperare con senso e calma una situazione critica.

Tipi di “penalizzazioni/filtri” di Google

In questo articolo vedremo i filtri applicati dai motori di ricerca e le tecniche da evitare per non rischiare una penalizzazione, ovvero la perdita significativa di posizioni in SERP o, nei casi peggiori, la completa rimozione del sito dall’indice del motore di ricerca.

  • Core Update: si tratta di modifiche sostanziali alla struttura della ricerca da parte dei motori di ricerca; di solito porta modifiche ai processi e alle strutture interne di ricerca e posizionamento dei risultati di Google che impattano sulla maggior parte delle query. Due esempi di core update sono stati Caffeine e Hummingbird, vere e proprie nuove release del motore di ricerca; sono aggiornamenti che influiscono sul posizionamento all’interno della SERP in modo non troppo sostanziale e con lievi flessioni per la maggior parte dei siti web.
  • Update algoritmico: si tratta di modifiche agli algoritmi di ranking (come Panda, Penguin o Fred), che possono causare fluttuazioni anche importanti a un sito web; l’entità dell’impatto dipende da quanto il sito si avvicina al limite accettato da Google: un sito “pulito” crescerà, un sito “troppo sporco” perderà molta visibilità.
  • Refresh dei dati: sono aggiornamenti dei dati di un algoritmo (come Panda o Penguin fino alla 3.0) oppure di un indice (come Caffeine), che possono causare oscillazioni nella SERP, da minime a molto evidenti.
  • Filtro: consiste nell’attivazione di una funzione selettiva nella ricerca del motore di ricerca; si verifica su alcune keyword di ricerca e comporta l’esclusione di un determinato sito da una SERP specifica: ciò non significa che il sito sia stato penalizzato o addirittura vittima di ban; un esempio è il filtro SafeSearch (https://support.google.com/websearch/answer/510).
  • Penalizzazione: è un declassamento del sito oggetto del controllo che non sparisce completamente dalla SERP, ma viene retrocesso di un numero determinato di posizioni per tutte o per parte delle keyword per le quali il sito si posiziona.
  • : un sito può essere bannato o completamente deindicizzato dalla SERP in modo temporaneo o definitivo, se non rispetta le linee guida di Google o è coinvolto in gravi casi di SPAM. Di solito un ban viene adottato in seguito a un’analisi da parte del personale di Google. Per esempio, un sito web che risulti compromesso a fronte dell’attacco di un cracker, può essere temporaneamente deindicizzato per la sicurezza degli utenti.

Come vengono rilasciati gli aggiornamenti di Google?

Recentemente, in un post ufficiale il gigante di Mountain View ha spiegato come rilascia gli aggiornamenti del proprio algoritmo e il loro impatto sul ranking dei siti web. Ogni nuovo aggiornamento viene comunicato in via ufficiale così da informare tutti gli addetti ai lavori (come è avvenuto con lo Speed Update del 2018). E quando Google apporterà core updates ai suoi algoritmi e ai sistemi di ricerca, perché vuole garantire risultati sempre più pertinenti, ne darà conferma ufficiale (come per i Core Update) perché è consapevole che possono produrre variazioni significative in SERP; d’altronde in rari casi potrebbe anche non esserci nulla da risolvere e ogni tentativo di modifica al sito web sarebbe inutile. Se i cali di visibilità successivi a un aggiornamento non dipendono né da violazioni alle linee guida di Google da parte dei webmaster né da penalizzazioni di tipo manuale o algoritmica, potrebbe semplicemente darsi che altre pagine concorrenti abbiano sviluppato contenuti più adatti per quelle specifiche ricerche.

Per avere un’idea di come funziona un aggiornamento algoritmico di Google immagina di aver stilato nel 2015 un elenco dei 100 migliori film; qualche anno dopo, nel 2019, aggiorni l’elenco, includendo film nuovi ma rivalutandone altri che meritavano un posto più alto nella lista. Allo stesso modo Google valuta le SERP, per renderle attuali, aggiornate e sempre pronte a rispondere ai bisogni degli utenti in un determinato momento.

Se hai rispettato le linee guida di Google eppure noti un peggioramento della tua visibilità organica potrebbe essere a causa di contenuti più meritevoli dei tuoi. Quindi concentrati su:

  • contenuti;
  • EAT: rispondi ai bisogni dei tuoi utenti;
  • controlli: non fare modifiche affrettate; se pensi di essere stato penalizzato prima verificalo facendo i controlli del caso.

Detto ciò, la domanda che sorge spontanea è: quanto tempo passa prima di recuperare un calo di posizioni dopo che ho migliorato il mio sito web o i miei contenuti?

Google ha spiegato che i Broad Core Updates sono tendenzialmente erogati a distanza di pochi mesi, perciò una pagina che ha subito un calo di visibilità dovuto da un aggiornamento potrebbe non recuperare fino al successivo update. Tuttavia, Google lavora costantemente agli aggiornamenti degli algoritmi di ricerca, facendo anche core update minori non dichiarati perché “generalmente non molto evidenti”; così, al loro rilascio, potrebbero permettere il recupero per siti che hanno fatto ottimizzazioni ritenute meritevoli.

Ricorda che Google sostiene che “i miglioramenti apportati dai proprietari dei siti non sono una garanzia di recupero, né le pagine hanno una posizione statica o garantita nei nostri risultati di ricerca”, perché se ci sono “contenuti più meritevoli, questi continueranno a posizionarsi bene sui nostri sistemi”.

Penalizzazioni da parte di Google: manuali o algoritmiche?

Dopo gli ultimi aggiornamenti, tra cui Hummingbird o il Medical Update, è bene sottolineare che esistono penalizzazioni di diverso tipo, manuali e algoritmiche:

  • le penalizzazioni manuali sono il frutto di un’azione mirata, effettuata personalmente dagli addetti di Google, e vengono notificate direttamente nella GSC;
  • le penalizzazioni algoritmiche sono la conseguenza di situazioni anomale intercettate dai software di Google e vengono attivate automaticamente.

Ha senso barare?

Moltissimi business online basano le proprie strategie su tecniche considerate scorrette e “vietate da Google”, e alcuni ottengono pure buoni risultati: quindi ha senso farlo? Ha senso agire senza rispettare le regole del padrone di casa? Dipende… A mio  avviso, la valutazione deve basarsi sull’aspettativa di vita di un progetto online, ovvero se è a lungo o a breve termine.Google vive della qualità dei suoi risultati; ogni anno migliora esponenzialmente le sue capacità di individuare contenuti “non meritevoli”, perciò sfidare Google sul lungo periodo sarebbe un grosso errore; infatti, se sono stati penalizzati siti web di celebri multinazionali, Google non avrebbe certo problemi a rimuovere dall’indice anche siti minori.

I progetti a lungo termine devono avere fondamenta solide ed essere perfettamente allineati alle linee guida di Google per i webmaster (https://support.google.com/webmasters/answer/35769).

I veri segreti della SEO non sono trucchi o scorciatoie per arrivare prima al successo, sono passione, qualità e costanza – caratteristiche tanto semplici quanto difficili da trovare e indispensabili per costruire un progetto online di successo.

Penalizzazione algoritmica: Google Core Update – Come uscirne?

Se sei “incappato” in un filtro algoritmico o Core Update come si dice è proprio una “bella gatta da pelare” Questa situazione è la più insidiosa da individuare e risolvere perché devi essere abile e preciso nel capire il problema e agire di conseguenza. Come primo step, per sapere se il calo di visite e di visibilità è associato a eventuali update algoritmici, visiona una delle seguenti pagine:

Per ulteriore precisione, puoi sfruttare il tool Barracuda (https://barracuda.digital/panguin-seo-tool/) collegandolo al tuo account Analytics.

 

Se il calo risulta proprio in corrispondenza di un update, avrai buone probabilità che tale aggiornamento ne sia la causa scatenante e allora devi agire con calma, per gradi, evitando modifiche di impulso. Molto spesso anche “non fare nulla” per qualche settimana potrebbe essere la soluzione, in quanto alcuni aggiornamenti algoritmici successivi risolvono automaticamente i problemi di ranking.

Procedi così:

  • annota ogni modifica fatta e non sovrapporre modifiche;
  • fai un SEO Audit completo sul sito web;
  • migliora i testi e aggiorna eventuali contenuti obsoleti;
  • verifica i link in ingresso.

Una modifica alla volta

Se vuoi effettuare delle modifiche in seguito a un calo di visibilità, ti consigliamo di effettuarle step by step documentando il tutto, solo così potrai capire quale modifica darà i risultati e soprattutto individuare la causa di una possibile penalizzazione.

Una problematica nascosta che non ha mai dato problemi di visibilità può essere portata alla luce da un aggiornamento di Google: svolgi controlli SEO soprattutto sulle parti strutturali del tuo sito che sai essere carenti, e ottimizzale.

Migliorare i testi

Vuol dire tutto e niente, perché Google premia contenuti aggiornati, di qualità e scritti da persone competenti. Quindi molto spesso se hai perso visibilità su articoli pillar o che generavano molte visite, devi analizzare quelle pagine e agire sui contenuti per dare risposte migliori alle necessità degli utenti, il che non vuol dire “allungare” il testo ma renderlo più attraente e utile, magari con approfondimenti, video e immagini a corredo.

Importante tenere un occhio di riguardo ai contenuti e agli intenti di ricerca. Un testo migliore non vuol dire più lungo! Qui trovi un approfondimento in merito

Occhio ai link

Ormai Penguin è una realtà da anni, eppure alcuni SEO specialist si ostinano a cercare stratagemmi per aumentare la visibilità in SERP dei loro progetti adottando scorciatoie rischiose come l’acquisto di link in PBN (Private Blog Network) o la pubblicazione su siti di dubbia qualità.

Per valutare il profilo di link del tuo sito web, ti consigliamo di verificare:

  • il numero complessivo degli attuali backlink;
  • le fonti e le risorse connesse ai backlink;
  • gli attuali title delle pagine delle risorse linkate;
  • le anchor text dei backlink e differenziazione degli anchor text attuali;
  • le percentuali dei link dofollow e nofollow sul globale dei backlink rilevati;
  • le differenziazioni dei domini e degli IP da cui ricevi i backlink;
  • il ritmo di crescita nel tempo dei backlink;
  • la prevenzione SPAM attuale e per futuri interventi.

Per esempio, con Majestic o Ahrefs puoi analizzare i link in ingresso verso il tuo sito web e capire eventuali anomalie. L’immagine mostra come molti link arrivano per anchor text sospette e quindi potrebbe essersi verificato un attacco di SEO negativa.

Lo step successivo è controllare la classe IP: con il tool http://www.ip-report.com/index.php, importando i link dalla Search Console o da Majestic puoi verificare situazioni anomale: il colore rosso indica una serie di IP e classi C duplicate, sei a rischio PBN e penalizzazione

Se sei certo di avere dei link cattivi causa di penalizzazione o perdita di visibilità, devi:

  1. rimuovere i backlink chiedendone la rimozione al proprietario o al webmaster ove possibile;
  2. richiedere al proprietario o al webmaster del sito l’aggiunta al backlink dell’attributo rel=”sponsored” (nel caso di link sponsorizzati), rel=”ugc” (nel caso di link generati dagli utenti) o rel=”nofollow” (nel caso di link dove non hai controllo);
  3. inserire il “noindex” nella pagina che riceve i link indesiderati;
  4. eliminare la pagina e far generare un errore 404/410 (preferibilmente informativa);
  5. usare il Disavow Tools della GSC come extrema ratio.

Inoltre evita di:

  • usare i redirect 301/302 poiché girerebbero la penalizzazione alla risorsa di atterraggio;
  • eliminare i rel=”canonical” alla risorsa penalizzata, in quanto sarebbero penalizzate tutte le risorse che la canonicalizzano;
  • se i backlink puntano a una pagina che non può essere rimossa, duplicala e sposta i link interni sulla nuova pagina, inserendo sulla vecchia la direttiva “noindex”.

Ultimi Controlli

Verifica le pagine che hanno perso traffico, utilizza la GSC come strumento per identificare CTR bassi o posizionamenti persi e agisci step by step.

Potrebbero essere necessarie:

  • Modifiche di Layout per ottimizzare l’esperienza utente
  • Modifiche sulle performance
  • Modifiche sui contenuti
  • Modifiche sui link (interni ed esterni)

Solo un’analisi SEO avanzata vi dirà su cosa agire e su come…  e Good Luck! 🙂

Su deepSEO troverai tantissimi casi studio e lezioni aggiornate step by step su recupero di penalizzazioni e come gestire i vari GOOGLE CORE UPDATE